LA NASCITA DEL PROGETTO
L'idea è nata da un'immagine passata velocemente davanti agli occhi progettando alcune fotografie di Bodypainting con un amico. Stavamo lavorando su parti e muscoli del corpo umano che potessero raffigurare una visione differente della corporeità. All'interno del libro di anatomia del corpo umano che stavamo consultando, l'organo genitale femminile ha catturato subito il mio interesse: nella posizione in cui era raffigurata la donna ho intravisto il corpo della farfalla e le sue ali che si sviluppavano su glutei e gambe.
Ho immediatamente pensato che avrei dovuto realizzare quei disegni. E così ho fatto: seduta per terra davanti a uno specchio ho dipinto su me stessa la prima farfalla. Soddisfatta del risultato, ho pensato che sarebbe stato interessante proporre l'esperienza ad altre donne.
Pensare di condividere l'idea della farfalla con altre donne ha dato il via al progetto, ma non immaginavo che sarebbe diventata una vera e propria missione. Cercando l'approccio corretto per proporre questa esperienza alle possibili interessate, è cambiato radicalmente il mio punto di vista nei confronti del sesso e dell'intimità femminile. Sono emersi tanti condizionamenti culturali e blocchi personali che ho deciso di affrontare a viso aperto!
Avevo bisogno di confrontarmi su questi temi e avevo l'occasione per farlo.
Durante la fase di pittura ho potuto approfondire con le donne punti di vista, condizionamenti, segreti, problemi e desideri di ognuna di loro, scoprendo il loro desiderio di condivisione e confronto. L'idea della Farfalla stava diventando qualcosa di più di un semplice bodypainting su una parte del corpo e si è trasformata in qualcosa di estremamente importante per ognuna di noi: un atto di libertà, di attenzione verso se stesse, di bisogni da urlare e di condizionamenti da demolire.
Inizialmente ero concentrata sul progetto fotografico, con la prospettiva di fare un'esposizione finale in galleria d'arte denominata "Collezione di Farfalle" ma con la realizzazione delle opere pian piano lo scopo del mio progetto ha preso una direzione diversa.
Le esperienze e motivazioni delle donne coinvolte mi hanno portato a spostare il focus. Il lavoro non era più finalizzato all'esposizione finale ma si concentrava sull'esperienza personale di ognuna.